Se sei interessato a scoprire come si costituisce e come funziona un’associazione cooperativa, continua a leggere questo interessante articolo che riceviamo da Antonio Lombardi, presidente di FederCepi Costruzioni ed esperto nel settore ormai da anni, con grandi successi nell’edilizia salernitana.
Dopo l’edilizia salernitana con Antonio Lombardi, vediamo nel blog che la cooperativa è organizzazione sociale a scopo mutualistico, che unisce persone per soddisfare i loro bisogni e le aspirazioni economiche, sociali e culturali attraverso un’impresa di proprietà comune e democraticamente controllata. Elemento principale è appunto lo scopo mutualistico, ossia le stesse persone che costituiscono l’associazione, poi usufruiranno dei beni o dei servizi prodotti, realizzando un vantaggio patrimoniale che può consistere in un risparmio di spesa o in un aumento della retribuzione
Come costituire un’associazione cooperativa: la legge prevede per la costituzione di una cooperativa la forma dell’atto pubblico, redatto da un notaio. In seguito alla redazione e all’iscrizione dell’atto nel Registro delle imprese, l’associazione acquista personalità giuridica e si potrà procedere all’iscrizione all’Albo delle società cooperative.
Ulteriore requisito per aprire una cooperativa è la presenza di almeno 9 soci oppure 3 soci qualora questi sono persone fisiche e la società adotta le norme della società a responsabilità limitata.
I soci: i soci partecipano al capitale sociale mediante azioni o quote, il cui valore non può essere inferiore a 25 euro e, solo per le azioni, non può essere superiore a 500 euro. I soci possono possedere quote per un massimo di 100.000 euro. Per procedere al trasferimento di quote e azioni è necessaria l’autorizzazione degli amministratori. La qualità di socio può cessare per:
- morte
- recesso
- esclusione, deliberata dalla società nei casi previsti dall’atto costitutivo; per inadempimento del pagamento delle quote o delle azioni sottoscritte; laddove vi siano circostanze che legittimano l’esclusione dalla società semplice; per gravi inadempienze delle obbligazioni che derivano dalla legge o dal contratto sociale, dal regolamento o dal rapporto mutualistico; per fallimento del socio.
I diversi tipi di cooperative: è importante sapere che esistono diverse tipologie di cooperativa. Scopriamole insieme. Innanzitutto, la cooperativa di consumo, con lo scopo di procurare ai soci beni a condizioni più favorevoli di quelle prospettate dal mercato. Vi è, poi, la cooperativa di produzione, che vende direttamente ai consumatori i prodotti conferiti dai soci, eliminando gli intermediari. Ancora, si richiama la cooperativa di lavoro, che impiega direttamente il lavoro dei soci. La cooperativa edilizia, invece, ha come scopo la costruzione di edifici da assegnarsi in proprietà ai soci con divieto di alienazione ai non soci ed esclusione di ogni profitto per la società. Infine, come ci spiega Antonio Lombardi, la cooperativa di credito esercita il credito a vantaggio dei soci, ai quali distribuisce anche, sebbene in misura limitata, gli utili conseguiti.
Non solo edilizia salernitana: nel blog di Antonio Lombardi leggiamo che il 2021 è stato l’anno delle opere pubbliche portate a termine: 64 in più rispetto al 2020
Il 2021 si è rivelato l’anno d’oro dell’edilizia italiana per Federcepi Costruzioni, che non ha nascosto la sua soddisfazione. Secondo quanto rivelato dall’associazione coordinata da Antonio Lombardi, le opere pubbliche portate a compimento sono state 64 in più rispetto al 2020.
Un risultato che fa ben sperare, soprattutto se si pensa che, a fronte degli 1,5 miliardi spesi l’anno prima, nel 2021 sono stati necessari soltanto 428 milioni di euro per portare a compimento i lavori rimasti incompleti.
Bene anche le opere di competenza delle amministrazioni centrali
Un altro traguardo molto positivo, come ha sottolineato FederCepi Costruzioni, è stato raggiunto anche dalle opere di competenza delle amministrazioni centrali. Stando ai dati pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile il 31 dicembre 2021, le opere rimaste incompiute sono scese da 26 a 15, quindi ben 9 sono state portate a compimento e sono entrate in funzione. Anche le amministrazioni locali hanno fatto registrare una diminuzione dei lavori pubblici rimasti incompiuti: dai 417 del 2020 sono passati ai 364 del 2021, pertanto 53 sono stati conclusi e sono stati stralciati dei “grandi sospesi”.
I principali motivi per cui i lavori pubblici non vengono portati a termine
Sempre nel 2021 è stata introdotta anche un’importante novità, che permette a chi elabora le statistiche annuali di sapere perché i lavori pubblici non vengono portati a termine e, ancora oggi, la maggior parte degli stessi rimane “incompiuta”. Tra le ragioni principali, spiega Antonio Lombardi nel blog dove parla dell’esperienza di edilizia salernitana, troviamo la mancanza di fondi, che spesso e volentieri provoca l’interruzione dei lavori, seguita dai problemi tecnici, dai fallimenti, dai recessi o dalle risoluzioni contrattuali delle imprese che se ne sono fatte carico, dal sopraggiungimento di nuove norme tecniche o disposizioni di legge e, infine, dal mancato interesse al loro completamento.
Mims e regioni uniti per contrastare il mancato completamento delle opere pubbliche
Il 2021 è stato anche l’anno in cui il Mims e le regioni hanno unito le loro forze per rilevare i lavori pubblici incompiuti presenti sul territorio italiano. Tale unione ha previsto l’obbligo di inserimento degli stessi nel programma triennale delle opere pubbliche al fine di completare oppure di individuare delle soluzioni alternative, come il parziale riutilizzo dei materiali, la cessione a titolo di corrispettivo per la realizzazione di un altro lavoro pubblico, la vendita o la demolizione. L’obbligo è entrato in vigore già nel 2019, dopo che, il 16 gennaio 2018, il Governo Italiano di allora aveva licenziato il Decreto MIT numero 14.